In tutte le epoche, l’uomo ha cercato di migliorare le prestazioni delle proprie abitazioni, sia nel senso della confortevolezza che dell’igiene. Per ottenere questi risultati, ha innanzitutto cercato di sfruttare al meglio quello che la natura gli aveva reso immediatamente disponibile: dei siti adatti all’edificazione, dei ripari naturali, la protezione del suolo, la luce e il calore del sole, nonché dei materiali da costruzione (legno, pietre, terra, argilla, ecc.).

Questo ha portato, dapprima a livello intuitivo, poi a livello artigianale, un’attenzione che ha costituito l'”architettura” ante-litteram: la scelta del sito per l’edificazione, la scelta del migliore orientamento nei confronti dell’esposizione solare e dei venti, la scelta dei materiali da costruzione, il “progetto” della tipologia abitativa e della sua struttura.

Con il tempo, il progetto architettonico perse il carattere artigianale, per assumere sempre più un carattere tecnologico. Con l’accrescere delle conoscenze e delle capacità tecnologiche, l’uomo sfruttò in modo sempre più complesso le possibilità offerte dalla natura, creando artefatti che potessero migliorare la qualità delle sue abitazioni. Vennero così modificati i siti, realizzati i mattoni, i vetri, i sistemi fognari, gli isolamenti, ecc. Fino al XIX sec. però, l’attenzione verso la sostenibilità di un progetto architettonico era ancora basilare, soprattutto per i limiti derivanti dall’esiguità delle risorse energetiche disponibili.

A partire dagli anni settanta, si è sentita l’esigenza di verificare se questa condizione non nascondesse dei problemi. In quel periodo si verifica infatti:

  • lo sviluppo delle idee ecologiste;
  • la nascita di preoccupazioni sanitarie dovute all’inquinamento;
  • l’evidenza del problema del rifornimento energetico legato alla disponibilità dei combustibili fossili.

Ciò che ha avuto subito un grande impulso, è la ricerca sugli inquinanti nell’ambiente costruito, proprio perché è quello che ha immediati aspetti sanitari. Poi, con il costo dei carburanti fossili in crescita, l’aspetto che ha cominciato a generare più interesse è quello relativo al risparmio energetico. Uno degli effetti di questi nuovi impulsi, è un ritorno dell’attenzione del progetto architettonico verso la natura e le risorse che questa ci offre.

Oggi, l’architettura sostenibile, si sforza di avere una visione sistemica, il più ampia possibile, che tratti il problema del costruito nel suo insieme di rapporto “funzione-uomo-natura”, considerando gli edifici, non solo come ripari, ma come sostentamento della vita.

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